Latouche vuole indicare una via concreta per l’attuazione di una decrescita economica. L’autore sintetizza gli sforzi necessari per trasformare la nostra società articolandoli “in otto cambiamenti indispensabili delineati dalle otto R: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare”. Rivalutare significa: colmare il vuoto di valori oggi dominante: “amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della dif erenza, dovere di solidarietà, uso dell’intelligenza” ( oggi, indispensabili per creare un differente immaginario collettivo.) E’ fondamentale Ridistribuire le ricchezze e l’accesso alle risorse (creando i presupposti di una società più equa) Rilocalizzare indica: “produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione” (La sostituzione del globale con il locale è centrale in qualsiasi processo di decrescita. ) questo processo di rilocalizzazione non deve essere solo economico, “anche la politica, la cultura, il senso della vita devono trovare un ancoraggio territoriale” ----Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare, minor produzione di beni, minor consumo delle risorse, minor circolazione di uomini e merci. E poi Riutilizzare e Riciclare i rifiuti del consumo, combattendo l’obsolescenza programmata dei prodotti, producendo oggetti e beni durevoli. ((Come sottolinea Mauro Bonaiuti:: “La “decrescita” rappresenta un orizzonte di senso condiviso, una visione d’insieme, sistemica che accoglie in sé, connettendole, alcune delle istanze di emancipazione portate avanti in questi anni dai movimenti. E’ questo lavoro di tessitura, di proposta di senso condiviso, che occorre portare avanti con forza.”)) CRITICAALLA NOZIONE DI SVILUPPO SOSTENIBILE Lo "Sviluppo sostenibile" è un impostura,istituita da economisti che vogliono far sopravvivere la crescita economica alla catastrofe planetaria. ((Sviluppo sostenibile è un ossimoro dal momento che lo sviluppo , che l'unico sviluppo che noi conosciamo è quello che è sorto nella seconda metà del diciassettesimo secolo in Inghilterra , vede il suo inizio nella rivoluzione industriale e si manifesta come una guerra degli uomini contro la natura, un saccheggio indiscriminato delle risorse terrestri. Non si può chiedere allo sviluppo di essere "sostenibile", è contro la sua stessa essenza. “Sviluppo sostenibile”, “sviluppo durevole”, “crescita rispettosa dell’ambiente”, sono termini introdotti nel tentativo di pulire la sozzura dello sviluppo, di donare una aspetto accettabile, verde ed ecologico alla crescita economica)) ----Per Latouche, l’unico sviluppo sostenibile è decrescere riducendo ogni tipo di sfruttamento delle risorse naturali. CRITICA DEL MARXISMO AL PENSIERO DELLA DECRESCITA Sarebbe il capitalismo, non lo sviluppo, il responsabile della distruzione del pianeta e delle disuguaglianze sociali ed economiche Per il marxismo si deve quindi proporre un modello di società che esca dalla logica capitalista, che abbandoni il profitto e la ricerca dell’incremento del profitto, ma che conservi la concezione del progresso e dello sviluppo. ----Per il marxismo la nozione di progresso rimane positiva: significa libertà ed emancipazione, indica nobili ideali e grandi rivoluzioni, e deve per questo continuare a guidare l’umanità e la sua storia. Il marxismo vuole sostituire a cattiva economia una buona economia: una economia che distribuisca in modo equo le possibilità e le risorse, e che sia capace di creare una società in cui il progresso sia realmente a disposizione di tutti. ((Latouche invece, marcando la sua differenza rispetto al marxismo, propone una uscita totale dagli schemi economici e dalla utilitarismo e dice in merito: Non si tratta di sostituire una buona economia a una cattiva economia,Si tratta piuttosto di uscire senza mezzi termini dall’economia”. )) AFORISMI E FRASI DI SERGE LATOUCHE “L'economia dev'essere rimessa al suo posto come semplice mezzo della vita umana e non come fine ultimo” (Manifesto del doposviluppo) “ L'economia ormai è una religione. Tutto viene visto e interpretato attraverso il prisma dell'economia. Se vogliamo che l'umanità abbia un futuro dobbiamo uscire da questa logica. C'è bisogno di creare quello che io definisco un movimento di ateismo economico. (Convegno “L’economista mistico”) “ C' è un vecchio proverbio che suona più o meno cosi: "se hai un martello conficcato in testa, tutti i tuoi problemi avranno la forma di chiodi". Dobbiamo levarci dalla testa il martello dell'economia, decolonizzare il nostro immaginario dai miti del progresso, della scienza e della tecnica.” (Intervista a Movimento Zero) ((non ho inserito TUTTE le frasi dette..))